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Le emozioni della poesia

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Videolezioni di Antologia – Poesia

Giuseppe Iannaccone e Mauro Novelli introducono alcuni generi della poesia, approfondendoli anche con l'analisi di autori e brani specifici.

  1. Le emozioni della poesia – Il grande scrittore e poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe individuava alcune semplici regole per vivere bene: «Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro e, se possibile, dire qualche parola ragionevole». Certo, un po’ più complicato di mangiare una mela al giorno, volendo seguire un altro famoso proverbio per toglierci di mezzo medici e medicine (specialmente in questo periodo!). Perché mai dovremmo fare quello che Goethe suggerisce? Perché musica, arte e poesia ci insegnano qualcosa su di noi e su chi ci sta accanto, e lo fanno in un modo meraviglioso. 
  2. La poesia d'amore – «Su su... svelti eh, svelti, veloci… Piano, con calma. […] Poi non scrivete subito poesie d’amore, eh! Che sono le più difficili. Aspettate almeno un’ottantina d’anni eh. Scrivetele su un altro argomento, che ne so su… su… il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco, che non esiste una cosa più poetica di un’altra eh? Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro!». Con queste parole lo scatenato professor Attilio, impersonato da Roberto Benigni nel film La tigre e la neve (2005), cerca di spiegare a una classe universitaria che cos’è la poesia e come essa dia voce ai nostri sentimenti più profondi. Tra questi, l’amore è di certo in pole position, come ci spiega Giuseppe Iannaccone in questo breve video.
  3. Edgar Lee Masters, La collina di Spoon River – Un blasfemo, un giudice, un malato di cuore, un chimico, un ottico: sono solo alcune delle voci che custodisce la collina di Spoon River. Edgar Lee Masters dà loro la possibilità di raccontarsi in una sola volta, dall’aldilà, senza veli o ipocrisie. Come notò lo scrittore Cesare Pavese, si direbbe che «per Lee Masters la morte – la fine del tempo – è l’attimo decisivo che dalla selva dei simboli personali ne ha staccato uno con violenza, e l’ha saldato, inchiodato per sempre all’anima». La suggestione di questa raccolta di epitaffi è notevole, tanto che Fabrizio De André nel 1971 ne trasse un album che intitola con un verso rubato alla descrizione del personaggio che meglio rappresenta una vita vissuta senza rimpianti: Non al denaro non all'amore né al cielo.
  4. La poesia satirica e giocosa – Siamo abituati a pensare alla poesia come il mezzo per esprimere nobili ideali e sentimenti sofferti attraverso un linguaggio raffinato e altissimo. Ma la parola poetica si presta perfettamente anche al dileggio, alla censura, al gioco, accendendo l’ironia con giochi ritmici e metrici, com’è evidente in questi versi di Toti Scialoja: «La zelante zanzara dell’Alsazia / se all’alba s’alza sazia mi ringrazia».
  5. Cecco Angiolieri – Fabrizio De André ha trasposto in musica un sonetto composto intorno al 1300 da un poeta provocatorio e irriverente (puoi sentirlo qui: https://www.youtube.com/watch?v=e64njjmwLUM&frags=pl%2Cwn). Chi era il poeta? Il senese Cecco Angiolieri, nato solo cinque anni prima di Dante. S’i’ fosse foco è un catalogo di aspirazioni inconfessabili, quasi malvagie… Ma dissacrare i luoghi comuni e scandalizzare i benpensanti non solo è liberatorio: indica una via per migliorare, mettendo al bando le ipocrisie! 
  6. La poesia civile – Se è vero che la penna ferisce più della spada, allora la poesia può essere un’arma prodigiosa al servizio dell’impegno civile per riconoscere, smascherare, deridere, combattere i problemi della società. Poeti di ogni tempo – dal latino Ovidio allo spagnolo García Lorca – sono stati presi di mira dal potere proprio perché le parole hanno una forza speciale: non sbaragliano eserciti, ma conquistano le menti delle persone. Mauro Novelli presenta in questo video la vasta gamma di generi e toni che può assumere la poesia civile.
  7. La poesia in musica – Qual è il confine tra la musica e la poesia? Esiste? D’impatto verrebbe da rispondere di no, visto che nel 2016 il premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato a Bob Dylan, che di mestiere fa il cantautore. Certo la questione è sottile e spinosa: Mauro Novelli la introduce con chiarezza in questo breve video, riconoscendo che innegabilmente ciascuno di noi custodisce nella propria memoria i testi di alcune canzoni ben più dei versi dei poeti “ufficialmente” riconosciuti. 
  8. Fabrizio De André, La guerra di Piero – Chi è stato Fabrizio De André? Un poeta? Un cantautore? Sicuramente un uomo che ha sempre viaggiato «in direzione ostinata e contraria / col suo marchio speciale di disperazione». Un uomo che ha sempre scelto un punto di vista diverso da quello dettato dal pregiudizio, che ha sempre scelto di vestire panni non suoi per capire l’altro e che ci ha poi raccontato come ci si sente in quei panni. Lo fa anche nella ballata che Mauro Novelli ci presenta quest’oggi: La guerra di Piero (https://www.youtube.com/watch?v=V4dvw_tSsVQ) si conclude con la morte di un soldato qualunque, un giorno di maggio, in un campo di grano, vegliato da «mille papaveri rossi». Un attimo di pietà gli è costato la vita.

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