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Poteri locali e poteri universali

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Videolezioni di Storia – Dal Medioevo all'Ottocento

Una serie di lezioni tenute da Francesco Violante, Pasquale Palmieri e Marco Rovinello su importanti avvenimenti della storia europea e mondiale dal Medioevo all'Ottocento.

  1. Poteri locali e poteri universali – Impero, papato, Signoria: tre termini che ricorrono frequentemente nelle pagine dei manuali di storia, e in particolare nei capitoli dedicati all’età medievale. Bisogna però maneggiarli con cura, perché il rischio di semplificazione e di anacronismo è sempre dietro l’angolo. Francesco Violante ci guida in un percorso alla scoperta del corretto inquadramento storico di questi concetti. 
  2. La scoperta dell'America – Quella dei “nuovi mondi” fu una scoperta ma diventò ben presto una conquista. Cristoforo Colombo intendeva raggiungere spazi immaginati, più che reali. Rispondeva ad aspettative coltivate per anni, attraverso letture, conversazioni, esperienze mercantili e diplomatiche ma anche spirituali. Pasquale Palmieri ci racconta come molte di quelle aspettative continuarono a orientare i comportamenti degli europei anche durante il Cinquecento. Scopriremo quali furono i fattori grazie ai quali l’azione economica, politica e militare del “vecchio continente” riuscì ad acquisire forza e come culture di civiltà come quella di Inca e Aztechi non riuscirono a sopravvivere.
  3. Assolutismo e nascita dello Stato moderno – Sentiamo spesso parlare di “assolutismo”, ma dobbiamo renderci conto del fatto che questa parola era più spesso presente nei quaderni dei sogni dei re, che non nelle realtà concrete dei loro domini. Lo Stato è oggi nel nostro orizzonte mentale: talvolta ne sentiamo il bisogno (soprattutto nelle situazioni di emergenza) in altri casi lo giudichiamo invadente o troppo presente nelle nostre vite. In antico regime il concetto di Stato era invece molto più evanescente, difficile da rapportare al concreto o all’esperienza quotidiana, molto più legato all’immagine di un sovrano o di una dinastia. Uno stesso suddito poteva trovarsi costretto a dar conto a diversi soggetti (istituzionali e non) delle sue scelte, dei suoi comportamenti, delle sue idee. Pasquale Palmieri ci guida in un percorso di consapevolezza di come, a partire dall’età moderna, si sia costruito il concetto di Stato. 
  4. Riforma e Controriforma – Stampa, manoscritti, voci di predicatori, gesti, disegni, dipinti: sono questi gli strumenti che riuscirono ad amplificare il messaggio di Martin Lutero nel corso del XVI secolo. Gli conferirono una straordinaria vivacità e lo trasformarono in un patrimonio condiviso nel giro di pochi decenni, arrivando a coinvolgere anche masse di persone che avevano una dimestichezza limitata o inesistente con la lettura. Pasquale Palmieri ci fa capire l’importanza di comprendere la forza prorompente di questo cambiamento, per valutarne anche le conseguenze politiche. Non sarebbe bastato proporre una nuova dottrina, se larghe fasce della popolazione non avessero saputo trarne indicazioni concrete per seguire la loro strada verso la salvezza, ripudiando la tradizionale mediazione sacerdotale. La Chiesa di Roma reagì con ritardo alle novità provenienti dal mondo tedesco, ma sviluppò nella seconda metà del secolo strategie altrettanto capaci di arrivare al “popolo cristiano”.
  5. La Rivoluzione francese – La Rivoluzione non è una semplice rivolta, stando a quello che dicono gli storici. È un cambiamento radicale, che mette in discussione la legittimità dei poteri costituiti. Guarda al futuro e non al passato. Non si consumò in un giorno e forse neanche in poche settimane. Pasquale Palmieri ci guida a comprendere come la crisi dell’antico regime che si manifestò negli ultimi decenni del Settecento avesse radici molto profonde, di carattere culturale, sociale, economico, politico e religioso. Gli Stati affrontarono ciclici problemi di scarsità di risorse, sperimentando sempre più spesso l’incapacità di assicurare a larga parte della popolazione beni primari come il grano e il pane. Gli organi di rappresentanza tradizionali si mostrarono inadeguati a comprendere le esigenze della massa dei sudditi, sempre più consapevoli della loro condizione, del loro rapporto col potere, e quindi sempre più disposti a partecipare alla vita pubblica esprimendo le loro idee e i loro bisogni. Il “senso comune” finì per diventare un problema per i governi di diverse aree del pianeta. 
  6. Dal colonialismo all'imperialismo – L’espansionismo europeo risale almeno all’età moderna, quando alcuni Stati installano colonie in vari continenti. Nonostante le indipendenze degli USA e dei paesi latinoamericani, fra XVI e XIX secolo il fenomeno vive un lento ma progressivo ampliamento, che tuttavia non ne modifica le caratteristiche di dominio perlopiù indiretto e a scopi prevalentemente commerciali. È solo dai primi anni Ottanta dell’Ottocento che esso accelera e assume caratteristiche in parte diverse, che portano gli storici a parlare di “imperialismo”. Marco Rovinello ci illustra in che cosa l’imperialismo si distingua dal colonialismo fino a mostrarci come tale fenomeno finisca per dare un nuovo, egemone significato al termine Occidente. 

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